• Maggio 18, 2024

LA VITA CHE VERRÀ: L’orizzonte di una sinistra moderna nelle sfide del terzo millennio.

 LA VITA CHE VERRÀ: L’orizzonte di una sinistra moderna nelle sfide del terzo millennio.

Un saluto a tutte e tutti, compagne e compagni!

Non vi nego che sono particolarmente emozionato nell’intervenire oggi durante il nostro momento congressuale, che vivo con l’emozione di un militante al suo primo congresso.  Sono entrato in sinistra Italiana agosto\settembre 2017 dopo aver conosciuto un gruppo eccezionale di compagni e compagne con i quali ho condiviso un percorso politico territoriale e che hanno avuto un ruolo fondamentale nel mio personale percorso di crescita. Non solo dal punto di vista politico ma soprattutto umano e di vita.

Anni di militanza e di grande impegno politico che ho condiviso e che condivido ancora con diversi compagni e compagne impegnati nei territori della federazione di Napoli, che mi sento di ringraziare in questo luogo e in questo momento per lo straordinario lavoro politico che svolgono con passione, sacrificio e impegno.  Il loro impegno quotidiano rappresenta il sale e il bello del fare politica. Un motivo e per il quale vale la pena impegnarsi nella vita politica e di partito.

Una nuova stagione di partecipazione per la Sinistra moderna.

Tuttavia, oltre all’emozione, vivo questo congresso consapevole che non si tratta di una semplice fase congressuale o di riorganizzazione di una forza politica, ma soprattutto un momento di riflessione collettiva. È il momento di tornare a impegnarci, tutte e tutti insieme, pensando a come ricostruire l’identità di una sinistra moderna in un’epoca diversa e sconosciuta, per essere protagonisti nella costruzione di un mondo diverso.

Tocca oggi a noi, alla sinistra, mobilitare le tante energie della società: offrire a ciascuno e ciascuna la possibilità di far valere la propria capacità; mettere in campo una nuova stagione di partecipazione collettiva; riconsegnare ad una società lacerata e divisa da profonde disuguaglianze il valore universale della giustizia sociale.

Da troppo tempo le questioni che affrontiamo nei nostri documenti congressuali, nelle mozioni, nei programmi elettorali sono sempre le stesse.

In tutti questi anni la sinistra nel nostro paese non è riuscita a incidere nelle diverse questioni che caratterizzano la nostra proposta politica: dal lavoro al reddito, dall’aumento dei salari a quello delle pensioni, per un maggior investimento nella sanità pubblica e negli enti locali.

Siamo oggi in una condizione più difficile di quando si era cominciato, in un mondo e in una società che continua a cambiare, se non a degenerare, e nella quale le organizzazioni internazionali, l’Europa dei popoli e il mezzogiorno continuano ad essere in questo terzo millennio tre eterne promesse mancate.

Il valore universale della pace.

Dobbiamo riprenderci il nostro spazio nella storia, ritrovare il coraggio e l’entusiasmo necessario per offrire alle persone una visione alternativa e andare avanti. Senza più esitare.
Per contrastare la paura, la solitudine e l’indifferenza che giorno dopo giorno alimentano nel mondo rabbia, distacco e tanta… troppa, troppa violenza!

La comunità mondiale, orfana di una cultura per la pace, ormai da anni non fa che assistere a conflitti atroci e sempre più violenti in ogni parte del mondo.

E ritengo che dopo quanto sta accadendo in Palestina sia doveroso per una forza politica di un paese democratico, che per costituzione ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, schierarsi senza mezzi termini e con parole chiare dalla parte della pace. Non dobbiamo mai stancarci di ripetere: BASTA, BASTA,BASTA BOMBE SU GAZA! TACCIANO LE ARMI E LE BOMBE IN PALESTINA! BASTA CON LE GUERRE! DUE POPOLI, DUE STATI!

È il momento che le forze sindacali, politiche, associative, del mondo cattolico, rilancino l’iniziativa per mettere al centro un grande, rinnovato e stabile movimento per la pace.

La crisi delle organizzazioni politiche, l’assenza della politica e l’abbandono della diplomazia.

In questo terzo millennio, ora più che mai, è necessario impegnarsi per ridare dignità, rispetto e valore alla concezione del genere umano.

Restituire centralità e forza alle parole, quale nobile strumento che da senso alla politica e alle istituzioni. La politica deve sforzarsi di elevare la qualità del proprio linguaggio e la scelta delle parole utilizzate: tanto nel confronto e nello scontro dialettico di idee, culture e pensiero diversi; quanto nella definizione dei processi politici e dei conflitti. 

Per non generare ulteriore odio e paura tra persone e popoli. I paesi devono agire con azioni concrete e con la diplomazia per la risoluzione dei conflitti al fine di preservare la vita delle persone, affinché le guerre non siano la conseguenza naturale del vuoto lasciato dalla politica. Se non si riparte da questo che senso hanno di esistere le organizzazioni internazionali, le istituzioni, i partiti e l’intera classe politica e dirigente internazionale?

L’Europa dei popoli: l’Unione promessa.

In questo scenario preoccupante, viziato da un assetto economico mondiale sempre più ingiusto e pericoloso, l’Europa continua purtroppo a fare scelte sbagliate restando nel silenzio e nell’inerzia di un sistema di relazioni internazionali obsoleto. Un sistema più attento agli interessi economici di pochi piuttosto che alla vita delle persone e alla tutela del nostro pianeta.

Abbiamo bisogno di un Europa diversa: unita, democratica e sociale. Che rilanci un nuovo piano di organizzazione e di unità tra i paesi europei e che promuova una politica di pace e di disarmo. Basta investire sugli armamenti che generano solo guerre, morti e disuguaglianze. L’unione europea deve  avere al proprio interno politiche sociali, fiscali, ambientali e energetiche comuni, vincolanti come quelle economiche e monetarie. Protagonista di scelte coraggiose per preservare e tutelare la vita delle persone e del mondo in cui vivono.

Solo così è possibile ricucire un rapporto con la collettività e sconfiggere quel senso di distacco, di paura, di indifferenza, di repulsione e odio che le destre sovraniste continuano ad alimentare per farsi spazio all’interno delle istituzioni, dei governi e della società. Soprattutto nei momenti di difficoltà e di emergenza. Così come è accaduto nel nostro paese.

L’Italia ai tempi del governo delle destre.

Complice anche la divisione del centrosinistra e l’assenza pressoché totale della politica. Continuiamo a credere che la scelta delle forze democratiche e progressiste di concorrere ciascuno per conto proprio alle ultime elezioni politiche sia stato un grosso errore. Bene ha fatto Sinistra Italiana in quella fase a chiedere sin dall’inizio l’unità e la definizione del cosiddetto campo largo contro le destre. Se tale unità si fosse determinata, magari non saremmo comunque riusciti a battere le destre, ma il risultato sarebbe stato molto diverso.

In quella esperienza elettorale la lista di Alleanza Verdi Sinistra ha raggiunto un buon risultato grazie anche al sostegno delle giovani generazioni. Una scelta che ovviamente va consolidata, rilanciata e arricchita con la presenza di importanti esperienze municipali e di reti civiche. Mondi ed esperienze che non possono che rappresentare un valore aggiunto importante per questa proposta politica. Soprattutto in funzione delle tornate elettorali del 2024 e nel segno dell’unità delle forze democratiche e progressiste.

I danni delle destre in un solo anno di governo a guida Giorgia Meloni.

Di fronte alla destra più pericolosa degli ultimi 30 anni è compito e responsabilità della classe dirigente di centro sinistra costruire una visione e una proposta alternativa al governo sciagurato di Giorgia Meloni. Un governo guerrafondaio, che taglia ulteriori fondi alla sanità, taglia fondi al PNRR, negazionista dell’emergenza climatica e dell’esigenza di un salario minimo, nemico dei poveri piuttosto che della povertà.

Una destra che cancella il reddito di cittadinanza con un sms, che attacca l’indipendenza della magistratura, alimentano la corruzione con la riforma del codice degli appalti e dell’abuso d’ufficio, rimuovono il massimo ribasso nelle gare di appalto, demonizzano chi salva vite in mare, dividono il paese con la proposta dell’autonomia differenziata, introducono formule di lavoro precario, attaccano i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e quelli della comunità LGBTQ+, che fa ostruzionismo al il diritto di sciopero.

Un governo che non si si dimostra neanche all’altezza di affrontare le emergenze e situazioni di grande rischi. Come dimostrano le azioni messe in campo per l’alluvione a Campi Bisenzio in Toscana e per il decreto Campi Flegrei sul bradisismo nella provincia di Napoli.

Sinistra Italiana nella vita che verrà.

Contro questa destra ideologica, secessionista, violenta, razzista e guerrafondaia Sinistra Italiana deve contrapporsi rilanciando l’unione delle opposizioni al governo Meloni partendo dai temi e dalla costruzione di una visione alternativa di paese. Iniziamo dal Salario Minimo, dalla Sanità pubblica, contro le proposte di Autonomia Differenziata e del Premierato. Non serve solo mettere insieme le sigle, bisogna dare forma, sostanza politica e programmatica a questa alternativa.

È vero abbiamo commesso degli errori non possiamo negarlo, ma è ora di tracciare una linea e andare avanti.

È il momento di non arrendersi allo sconforto per gli errori commessi e di tornare ad impegnarsi tutte e tutti insieme per rendere migliore #LaVitaCheVerrà. Fianco a fianco alle lavoratrici e ai lavoratori, ai giovani, agli ultimi, a chi vede calpestati i propri diritti e cerca ancora una speranza per tornare a crederci.

In questo percorso di riscatto e di rilancio della nostra iniziativa politica abbiamo bisogno di un partito che investa per un maggior radicamento nei territori, nella crescita e nella formazione di una nuova classe dirigente. Una forza politica ben organizzata, presente nelle vertenze, che con coraggio si contrapponga a ciò che è diventato l’uomo (l’essere umano) in questo terzo millennio, che smetta di logorarsi e consumarsi nelle contrapposizioni tra gruppi dirigenti e che al contrario diventi fucina di una futura classe politica e dirigente della sinistra italiana.

Per essere tutte e tutti insieme, oggi e domani, protagonisti del futuro e della vita che verrà.

Ripartiamo subito, mettiamoci al lavoro, rimbocchiamoci le maniche.
Compagni e compagne!  Alla vita che verrà!

 

Stefano Ioffredo
Coordinatore Provinciale della Federazione di Napoli di Sinistra Italiana
Intervento per il III Congresso Nazionale di Sinistra Italiana – Perugia 24-25-26 novembre 2023

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